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Colaiacovo, Giacintucci e Nasuti – Stili di vita

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Colaiacovo, Giacintucci e Nasuti – Stili di vita

Anna Colaiacovo, Marco Giacintucci, Bruno Nasuti
Stili di vita
Quanto sono libere le nostre scelte?

Diogene Multimedia 2015
pp. 260
ISBN: 978-88-99126-04-9

Disponibilità immediata
Spedizione entro 5 giorni lavorativi

La ricerca dell’originalità e della novità, considerate massime espressioni della libertà, sembra dominare nella società ipermediale
in cui viviamo; ed è pur vero che in nessun altro periodo della storia l’individuo ha avuto, almeno sul piano teorico, possibilità così grandi di orientare la propria vita in funzione dei propri desideri. Ma chi stimola e plasma il desiderio?

Prezzo :€14,00

Tipo prodotto: Saggi.

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  • Descrizione

Descrizione prodotti

ANNA COLAIACOVO
laureata in filosofia e specializzata in psicopedagogia, ha insegnato storia e filosofia nei licei. Attualmente si occupa di consulenza individuale (è consulente filosofico Phronesis) e di pratiche filosofiche di gruppo.

MARCO GIACINTUCCI
è titolare della cattedra di Lettere italiane e latine presso il Liceo Ginnasio statale “Gabriele d’Annunzio” di Pescara. Laureato in discipline musicologiche, svolge intensa attività di musicologo, musicista e ricercatore. Ha al suo attivo pubblicazioni e registrazioni discografiche.

BRUNO NASUTI
è nato a Lanciano, alla fine della guerra, e vive a Pescara, ancora, ma non sa perchè. Non l’ha capito a scuola, da alunno e da insegnante: perciò si muove ancora, con la bici e con la mente.

INDICE DEL LIBRO

PREFAZIONE
– L’IDENTITÀ COME PROBLEMA
Mente e società
– EROI, SUPEREROI, GENTE COMUNE
Il potere delle immagini
Il rebus dell’identità: Zelig, di Woody Allen
L’economia dell’identità: imitare
Economia dell’identità: distruggere
Il compito dell’identità: progettare
Il compito dell’identità: decostruire
La contemporaneità
– IL DON GIOVANNI DI WOLFGANG AMADEUS MOZART
Per uno stile di vita: Il Don Giovanni di Mozart
– STILI DI VITA
Riflessioni su alcune figure rappresentative della postmodernità
Il viandante: una possibile via per l’autenticità?
NOTE

Dalla Prefazione:
Quanto libere sono le nostre scelte? Per rispondere a questa domanda, la nostra ricerca è partita dall’antropologia, ovvero da una riflessione sulle forme che l’identità ha assunto storicamente, all’interno della civiltà occidentale. Le forme, in effetti, variano nel tempo: se nella comunità tradizionale l’identità veniva imposta all’individuo sulla base della nascita, all’interno di ruoli sociali non modificabili, e nella società moderna era possibile forgiarla da soli o con l’aiuto delle istituzioni, nella società contemporanea, liquida e frammentata, l’identità tende al mutevole, al molteplice, alla ‘emergenza’.
La nostra ipotesi di fondo è che le differenze che si riscontrano non sono frutto della natura, ma sono il risultato della costruzione di codici simbolici attraverso i quali le varie ‘culture’ plasmano le menti. Quando parliamo di cultura, la intendiamo in senso antropologico, come ‘memoria non ereditaria della collettività’ (Lotman); in tutte le società, essa ha il compito di rispondere ai bisogni primari e di creare una certa omogeneità tra i membri della collettività, con l’obiettivo di generare ordine, consenso e di evitare conflitti. In questa direzione, la comunicazione che risulta più efficace è quella che fornisce messaggi uguali per tutti, in grado di dare certezze, di trasformare in verità rassicuranti il timore che si avverte di fronte al ‘divenire’. In questo modo, la condivisione di uno stesso codice culturale porta alla naturalizzazione dell’artificiale, di ciò che è ‘costruito’ dall’uomo.
Nel passato l’opera di ‘manipolazione’ delle menti, che è sempre frutto di una élite, è avvenuta tramite le religioni o le varie forme di ideologia; oggi, che sul piano teorico si hanno ampie possibilità di libertà per l’individuo, è il mercato a fornire un ‘pensiero unico’ che passa attraverso i mass media. Le immagini, che l’industria culturale crea, sono sempre più invasive e il linguaggio che, come sappiamo, è il codice primario attraverso il quale il flusso della realtà acquista un senso, è sempre più semplificato e omologato.
Da sempre, invece, le arti e la filosofia hanno cercato di esaltare il dubbio per risvegliare le menti e individuare altri modi di leggere la realtà; ed è quello che abbiamo cercato di fare con la nostra ricerca, attraverso la de-costruzione delle immagini, la ricostruzione dei processi e la riflessione sui processi in atto.
Sul piano pratico, abbiamo scelto l’indagine di dieci film in grado di rappresentare in successione dapprima la dimensione del problema dell’identità, successivamente le varie tipologie identitarie elaborate nel tempo, quindi le varie soluzioni antropologiche ovvero l’eroe epico della classicità, quello problematico della modernità e quello del super-eroe come via di fuga rispetto alla catastrofe della gente comune.
Abbiamo dato un particolare rilievo, per il suo essere un modello esemplare della contemporaneità, alla figura archetipica di Narciso che di fatto accompagna l’evoluzione della società moderna a sottolineare il compito dell’uomo nella modernità e le estreme contraddizioni della modernità stessa. Il personaggio ha meritato una attenzione speciale, a partire dal Don Giovanni di Mozart, esaminato anche nella complessità della tessitura musicale.
Infine, abbiamo operato una riflessione su alcune figure rappresentative della postmodernità: il narciso, il giocatore, il turista, il palestrato, lo straniero (espressioni dell’homo psycologicus), per concludere che il soggetto sociale del nostro tempo è generalmente alla ricerca di una identità che abbia i caratteri dell’‘autenticità’, ma vuole facilmente attingerla ovvero ‘comprarla’ rapidamente e senza sforzo ricorrendo alle ‘mode’ proposte dall’industria culturale; mentre una identità autentica va costruita lentamente, con fatica, con l’angoscia del dubbio e con la consapevolezza della sua precarietà. A questa ‘fatica’ abbiamo dato un nome: il viandante.

 

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